Il tessuto cicatriziale è la reazione naturale al danno tissutale. Questo materiale fibrotico di risanamento nell’uomo è composto della stessa proteina (il collagene) del tessuto che va a sostituire, ma risulta mancante dell’assorbimento ultravioletto, della vascolarizzazione ed elasticità tipici del tessuto originale. Inoltre i follicoli piliferi e le ghiandole sudoripare non vengono ripristinati. Anche la disposizione delle fibre collagene è differente così da rendere meno estensibile ed elastico il tessuto cicatriziale. I nervi, inoltre, possono essere interrotti da una ferita con conseguente perdita o modificazione della sensibilità.

In seguito ad un intervento chirurgico, come può essere un cesareo, spesso si possono formare delle aderenze all’interno della cavità addominale o pelvica, tra gli organi in esse contenuti che, invece, dovrebbero avere un certo grado di mobilità, e motilità come ad esempio il tratto gastrointestinale, dando origine a dolori e disturbi di varia entità.

Nelle cicatrici addominali non è raro che si sviluppino aderenze interne, In questa foto il caso di aderenza sviluppatasi a seguito di un taglio cesareo.

Le aderenze altro non sono che fasci di tessuto fibroso, simile al tessuto cicatriziale, che si formano tra due superfici all’interno del corpo. Possono essere considerate come cicatrici interne che connettono aree anatomiche normalmente separate da uno spazio virtuale. Quando la cicatrice si estende da un tessuto all’altro, di solito attraverso uno spazio virtuale come la cavità peritoneale, il corpo deposita la fibrina sui tessuti feriti. La fibrina agisce come una colla per sigillare la ferita dando origine all’aderenza.

Le aderenze possono interessare non soltanto gli organi ma anche i nervi che devono essere liberi di scorrere e scivolare. Quando attraversano un muscolo o la fascia o il tessuto viscerale danneggiati in seguito a un intervento chirurgico, possono rimanere pinzati o tirati da questo tessuto fibroso neo-formato con la conseguente comparsa di dolore. In seguito a un cesareo ad esempio, le aderenze potrebbero intrappolare i vicini nervi ipogastrico o pudendo. Questo imbrigliamento, a sua volta, può causare dolore nervoso riferito che può simulare una cistite e, spesso, come tale trattato. Quando una donna preme, con fermezza, le proprie dita sulla cicatrice del proprio taglio cesareo, può avvertire dolore uretrale e la necessità di urinare. Questo sta ad indicare che il dolore causato da una cicatrice può essere riferito lontano dalla cicatrice stessa.

Si intuisce facilmente la necessità e l’utilità di un qualche tipo di trattamento non solo sulla cicatrice esterna e visibile ai nostri occhi, ma anche a livello viscerale. Il nostro corpo, infatti, non possiede alcun meccanismo per allentare naturalmente queste briglie di tessuto cicatriziale. Sebbene il corpo possa a volte adattarsi e tollerare una certa quantità di tessuto aderenziale, non funzionerà mai in maniera ottimale. L’obiettivo è, quindi, quello di ripristinare la funzionalità dei tessuti, poco elastici, e degli organi.

 


ScarWork consente di intervenire anche sulla parte nascosta di una cicatrice. Il tocco agisce in profondità e rilascia le aderenze riorganizzando il contenuto addominale.

Info sulla autrice: Monica Arnone è Rolfer e operatice ScarWork. Lavora a Cagliari. Qui potete trovare la sua pagina FB

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